BYOD (Bring Your Own Device) e la scuola: opportunità fantastica ….. ma con molte attenzioni.

BYOD

La sviluppo nella didattica digitale della scuola necessita sicuramente di strategie (ed investimenti) per la creazione di idonei ambienti digitali negli spazi delle scuole, promuovendo una visione di classe digitale dinamica e senza ostacoli.

Necessario allora che ogni aula sia quindi pronta ad ospitare metodologie didattiche che facciano uso della tecnologia in modo semplice, efficace e sicuro.

La scuola digitale, in collaborazione con le famiglie e gli enti locali, deve considerare che il  BYOD (Bring Your Own Device) – “portati il tuo dispositivo“, possa essere uno strumento idoneo per attivare una didattica trasmissiva in situazioni di apprendimento collaborativo e basati su canali dinamici ed innovativi.

Da anni adotto, nelle mie attività di docente dentro e fuori l’aula, questa modalità di condivisione e di relazioni bidirezionali tra docente-studente e studente-studente (con qualche difficoltà nei processi docente-docente).

L’uso di tecnologie “personali” degli studenti offre innumerevoli vantaggi:

  • tecnologia che include: l’uso di uno strumento conosciuto e configurato secondo le specifiche esigenze offre possibilità enormi e rende le attività quotidiane gestibili in ambienti amichevoli.
  • tecnologia che condivide e facilita la creatività: lo studente non è solo un fruitore di contenuto ma è attore della loro creazione e il poterlo condividere con altri (docenti o studenti) rende ancor più stimolante il desiderio di personalizzare il proprio apprendimento. 
  • tecnologia che responsabilizza: cittadinanza digitale, consapevolezza digitale ed etica della comunicazione digitale sono obiettivi condivisi in tutta l’Europa e vestire di funzioni destinate all’apprendimento e alla comunicazione collaborativa un dispositivo preposto al gioco o allo svago attiva nei giovani una maggiore consapevolezza nell’uso delle tecnologie e nei rischi potenziali.  

Ma …… esistono delle condizioni che devono essere attentamente analizzate per poter stabilire se i vantaggi superano gli svantaggi (rischi) insiti nella scelta verso il BYOD e se la scuola è in grado di garantire il successo di una tale scelta.

Molti dirigenti scolastici mi hanno richiesto di declinare, con chiarezza ed in modo completo, architetture tecnologiche necessarie, processi di sicurezza (la sicurezza non è un prodotto ma un modo di agire e pensare), metodologie di facilitazione nell’usa di didattica con BYOD e strategie efficaci nella formazione dei docenti ad approcciarsi ad una didattica digitale.

  • il BYOD necessità di mobilità all’interno dell’istituto e pertanto il cablaggio WLAN (Wireless Local Area Network) deve essere adeguato, annullando zone prive di copertura e potenziando anche spazi comuni ed esterni. Solo a titolo esemplificativo, una struttura scolastica su 4 piani con 40 classi necessita di un numero di access point di fascia media di circa 20 unità. 
  • la gestione degli accessi alla rete WLAN dell’istituto deve essere pianificata ma sopratutto monitorata con estrema attenzione. Non è pensabile che si possa dare accesso attraverso password (riservata ma che dopo pochi istanti è conosciuta da tutti gli alunni). Si devono prevedere soluzioni che consentano a chi amministra il processo di conoscere, in ogni istante, chi fa che cosa dove quando … il perchè non è fondamentale. Solo a titolo esemplificativo una buona progettazione deve prevedere l’autenticazione attraverso OTP (One Time Password) o con riconoscimento del MAC Address del dispositivo.
  • Un dispositivo personale non è sicuro in quanto non necessariamente adotta le politiche si sicurezza elementari (antivirus e firewall). Autorizzare lo stesso ad accedere alla rete comporta rischi non trascurabili. La rete deve essere “virtualizzata” attraverrso la progettazione di VLAN (Virtual Local Area Network) che segmentano la rete fisica unica in sottoreti separate.
  • Ogni dispositivo ha una sua configurazione e app specifiche. Necessario è quindi individuare le metodologie e le piattaforme, rigorosamente in cloud, comuni per la didattica con il BYOD e illustrare in modo dettagliato ad ogni studente e docente con quali strumenti deve essere configurato il proprio dispositivo al fine di soddisfare le necessità tecnologiche di gestione delle attività.
  • Un piano di formazione dei docenti e degli studenti, coinvolgendo anche le famiglie se possibile, non in presenza ma on line.

Ti interessa approfondire il tema?

 

La scuola nel Cloud

Risultati immagini per google suite for educationNel linguaggio tecnico con il termine cloud computing si identifica un modo nuovo, sicuro e performante per la gestione di risorse informatiche, quali l’archiviazione, l’elaborazione, la trasmissione e la condivisione di dati, dove la disponibilità di accesso alle risorse è garantita attraverso la rete Internet, navigando nel web, con semplicità e in totale sicurezza.

Distinguiamo, nella tecnologia del cloud computing due separate specifiche funzioni:

il frontend, rappresentata dalla modalità con la quale l’utilizzatore finale usa per interfacciarsi  alle applicazioni, usualmente un browser (software per la navigazione nel web);

il backend, composta da architetture informatiche complesse e sistemi di archiviazione di dati, che sono destinati ad eseguire le operazioni richieste dal fruitore del servizio.

Quali sono gli aspetti estremamente positivi di una scuola nel cloud?

  • le applicazioni in cloud semplificano, rendendolo estremamente sicuro, la dematerializzazione degli atti di un istituto scolastico,
  • le applicazioni in cloud che potenziano e semplificano l’offerta didattica, quali sistemi di e-learning, di condivisione e di collaborazione, di organizzazione e di sviluppo delle azioni educative, offrendo nuove opportunità a docenti e studenti.

 

Scopriamo il cloud computing  con l’innovativa soluzione di Google, la Suite for Education, ideata ed offerta alle scuole di tutto il mondo ed oggi sicuramente la soluzione in cloud più utilizzata al mondo.

Perchè i siti delle scuole devono migrare da http ad https?

Sito sicuro

La sicurezza nella rete è fondamentale anche nel mondo scolastico.

Ma parlare di sicurezza significa anche non offrire opportunità a cyber criminali di sfruttando le vulnerabilità dei sistemi informatici e siti web delle scuole per danneggiare i potenziali utenti che accedono alle informazioni quotidianamente (una scuola con 1000 alunni potenzialmente ha un bacino d’utenza di 3000/5000 accessi).

Ma le scuole sono pronte a mette in campo le tecniche ed i processi per garantire la sicurezza dei dati, la loro inviolabilità ed integrità e gli utenti che accedono a questi?

Secondo i dati contenuti nel 15esimo rapporto Clusit nel 2018 il settore pubblico, ha visto un incremento del 41% degli attacchi in più rispetto ai dodici mesi precedenti. 

Nelle scuole italiane le difficoltà nel mettere in azione tutte quelle strategie adeguate a garantire la sicurezza in ambito ICT (information and communication technology) sono note: mancanza di fondi, di specifiche competenze all’interno del personale (docente e amministrativo/tecnico), di una cultura della sicurezza dei dati e dei sistemi, formazione inadeguata e di inconsapevolezza dei rischi sono alcuni dei motivi (non unici) di questi dati in continua crescita.

Un aspetto che troppo spesso viene trascurato dai Dirigenti delle scuole italiane è la scarsa consapevolezza sui rischi di violazione del sito web istituzionale (il .edu.it).

La quasi totalità dei siti scolastici è presente nella rete ancora con il protocollo http mentre, per ragioni di sicurezza, oggi è indispensabile avere il proprio portale web con il protocollo https.

La differenza fondamentale tra i due protocolli è fondamentale:

  • http, acronimo di HyperText Transfer Protocol ovvero protocollo per il trasferimento dell’ipertesto, è il principale protocollo di comunicazione in internet. I dati trasferiti con tale protocollo risultano essere “in chiaro” ovvero sono, se intercettati, perfettamente leggibili e quindi utilizzabili.
  • https, acronimo di HyperText Transfer Protocol secure, cioè “protocollo per il trasferimento dell’ipertesto sicuro” crea una connessione criptata tra l’utente e il sito web.
    Il sistema (certificato SSL) cripta i dati in entrata e in uscita rendendoli indecifrabili, tutelando il contenuto della comunicazione da terze parti malintenzionate.

Ma perché è indispensabile adottare per le scuole italiane un protocollo https?

Moltissime scuole utilizzano, per realizzare e gestire i contenuti del proprio portale, sistemi CMS, content management system, ovvero sistemi per la gestione dei contenuti gratuiti (ad esempio wordpress, drupal, joomla i più famosi) che utilizzano database altrettanto gratuiti (MySQL, PostgreSQL, ecc..).

U&PGli amministratori del sito, i docenti e il personale della scuola, gli studenti ed i genitori che vogliono accedere ad aree riservate devono inserire le credenziali di accesso (usualmente una username ed una password).

E queste credenziali vengono trasferite dal dispositivo finale (client) al sito (server).

Con tecniche non particolarmente raffinate è possibile intercettare tutto quanto è trasmesso in rete (sniffing) e pertanto estremamente semplice carpire tali informazioni.

Utilizzando il protocollo https non si impedisce lo sniffing ma il dato non può essere utilizzato in quanto protetto dalla crepitazione garantita dal protocollo https.

Molti fornitori di servizi web oggi offrono, con una spesa di qualche euro/anno, il protocollo https.

Non adottare tali accorgimenti potrebbe portare ad una violazione della riservatezza e dell’integrità del dato e, nei casi più gravi, l’utilizzo del sito web istituzionale per attività illegali.

La sicurezza informatica non è un prodotto ma un modo di pensare ed agire

Ti interessa approfondire l’argomento? invia una mail all’indirizzo pnsd.cloud@gmail.com